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Giovedì Web
Google, Levi’s e il primo
giubbotto smart
di Samuele Coco
26/05/2016 - 02:01

di Samuele Coco

Lo smartphone è l’oggetto che vorremmo avere sempre a portata, praticamente in ogni situazione. Questo però può portare spesso a distrazioni, soprattutto in luoghi o situazioni in cui è richiesta tutta la nostra attenzione. Per strada, ad esempio, tutti sanno che non si dovrebbe usare il telefono e guidare un mezzo o più semplicemente camminare o attraversare. Google e Levi’s hanno pensato di collaborare per creare una nuova categoria di dispositivi indossabili che possa farci perdere le cattive abitudini con i nostri smartphone: il primo vero giubbotto intelligente.

Sviluppato dalla divisione avanzata per i progetti più innovativi di Google ma realizzato con i materiali e le tecniche di Levi’s, il giubbotto è in grado di collegarsi allo smartphone e controllarlo a distanza grazie al bluetooth presente nel bottone del polsino. Esatto, il polsino è dotato di una sorta di smartwatch rimovibile che si inserisce nell’asola e ne rappresenta il centro di controllo. A seconda dei gesti effettuati sul polsino è possibile eseguire varie azioni, tra cui effettuare chiamate, avviare la riproduzione musicale e persino ricevere indicazioni stradali.

Quest’ultima funzione è quella che potrebbe essere davvero utile a chi guida o si trova a doversi spostare frequentemente: infatti, secondo le idee dei responsabili di Google e Levi’s, la vera innovazione ci sarà solamente quando non saremo costretti a dover fissare lo smartphone per compiere ogni azione. ''Primo, metti via il telefono e leva lo sguardo dallo schermo. Secondo, sbarazzati del telefono'', ha detto Paul Dillinger, uno degli ingegneri che ha lavorato al Project Jacquard, ovvero l’iniziativa per progettare vestiti smart.

Questo giubbotto creato con Levi’s non è ancora pronto: la disponibilità è stimata a partire dalla primavera del 2017, ulteriore tempo per le due aziende di perfezionare ulteriormente quello che sarà una sorta di prototipo per gli abiti del futuro. Non è detto che tutto quello che indosseremo sarà smart e ultraconnesso, ma vivere in un mondo dove il nostro sguardo non sia sempre rivolto verso il display dello smartphone potrebbe dare un senso reale a questo tipo di abbigliamento.





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